I migranti benestanti

Ispirazione. Ecco che cosa mi manca. Ispirazione ecco che cosa manca qui.

Oggi in biblioteca ho incontrato un ragazzo che diceva esattamente quello che penso io e che non dico spesso perchè sinceramente trovo difficilmente interlocutori adatti. Invece, proprio parlando e ascoltando, mi sono convinta che voglio ricercarla e raccontarla la storia di questi, di noi, migranti benestanti, ossia coloro che si trasferiscono con un lavoro certo.

Prima di trasferirmi avevo letto tantissimi romanzi con le storie di emigrazione e avevavo tutte, dico tutte le storie, un elemento comune ripetuto. Questo elemento che non starò qui a raccontare perchè adesso mi interessa parlare di altro, suscitava la mia preoccupazione  e non poche lacrime di commozione.

Adesso, questo nuovo elemento comune ritrovato e ripetuto suscita in me differente malcontento per niente commovente e che non mi scalda il cuore. L’analisi di questi effetti, malcontento freddo e apatico (apatico prorio nel senso greco di privo di patos, patos traducibile in passione) mi impone una riflessione sulle cause che non sono certamente da trovare nelle cose che ci sono nel Paese (lavoro, welfare adeguato, servizi pubblici, la famosa burocrazia efficiente che tanto ci ossessiona ecc..) ma in quelle che non ci sono e mancano ancora di più in quanto invisibili.

Insomma ci sono le cose visibile che quando non le abbiamo le cerchiamo, giustamente, e sono in primis il lavoro poi i servizi e tutto quello che riguarda la sfera sociale concreta e questo è quello che ha mosso gli emigranti dei racconti letti a cui accennavo prima e poi c’è l’invisibile che quando manca ci mettiamo parecchio tempo a capirlo, anche una vita intera, perchè essendo invisibile non sappiamo dove cercarlo come acchiapparlo pure quando lo avvertiamo.

Sai a volte si dice mi manca l’aria? Proprio cosi’ l’invisibile è come l’aria non si vede ma c’è ed è condizione necessaria alla vita.

Certo il bene e la virtù, a cui accennavo alcuni articoli dietro, non sono necessari alla vita come l’aria sono, e di questo mi sto sempre di più convincendo, necessari alla v i t a l i t à.

Ho già scritto che il bene non concide esclusivamente con il benessere e che noi uomini siamo troppo complessi per chiuderci in questi barattoli di uffici anche quando sono bellissimi palazzi di vetro.

Giuro che per essere più chiara in questo che dico e penso dalla prossima volta quando affronterò l’argomento non farò pensieri astratti ma racconterò storie vere di gente che abita qui, Lussemburgo, incontrata e ascoltata veramente.

Racconterò quell’espressione di estraneità tante volte riscontrata mentre si dice “non so che cosa manca, c’è tutto però all’inizio è difficile….”e magari sono passati tantissimi anni e tu sai che è ancora difficile senza essere l’inizio e in quel termine “difficile” vorresti far entrare tutto quel non star bene pure senza una lista di mancanze da elencare (tranne il sole e il mare che neanche sarebbero da poco come assenze).

Anche queste storie si somigliano tutte….

Ho trovato troppi indizi in questi anni per non farne una unica biografia da condividere con i miei lettori. Solo il tempo di orgazzarla e sarà fatta!

Ma per far questo ci vorrà l’ispirazione 😉

Comuncio intanto con il primo passo verso la sincerità quando scrivo: Perchè ero andata in biblioteca? per trovare gli Angioletti di Raffaello.

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