Pirro Re dell’Epiro

Ho sempre pensato probabilmente perchè lo lessi in qualche versione di greco al liceo – come saperlo altrimenti?! – che Pirro fosse morto per una tegola casualmente cadutagli sulla testa mentre vittorioso ritornava all’Epiro.

Invece no!

Ho scoperto oggi, leggendo il mio migliore amico Plutarco, l’unico che mi tiene davvero compagnia in questo esilio (vivere all’estero) che Pirro è stato colpito si da una tegola ma questa tegola non l’ha spinta fatalmente il vento bensì una donna.

No, intendiamoci, non si tratta di zuffa familiare a colpi di piatti e coperchi e per i più disinibiti magari mattoni quella che ha visto protagonista il re Epirota bensì del tentativo, tuttaltro che isterico, ma coraggioso ed eroico di una mamma senza nome, umile ed anche un pò in la con gli anni riferisce lo stesso Plutarco, di difendere il proprio figlio che per troppa audacia e temeraria giovinezza si era scontrato proprio con il più potente di tutti i guerrieri ad Argo.

Il ragazzo definito semplicemente un argivo dai natali non illustri ferisce non mortalmente con la propria lancia Pirro, Pirro allora si scaglia verso il giovane, la mamma intanto che come le altre donne seguiva la battaglia dall’alto delle abitazioni o delle mura, riconosciuto il figlio alle prese con Pirro e temendo ovviamente il peggio, stacca una tegola dal tetto e con precisione colpisce la testa del più grande condottiero dell’epoca Pirro re dell’Epiro.

La donna senza nome ucciderà il temibile guerriero e non lo farà per caso ma per l’espessa volontà di difendere il proprio figlio altrimenti certamente trafitto come tutti dalla spada del vincitore.

Perchè ricordavo allora che fosse stata una tegola portata dal vento ad uccidere il re?

Forse perchè è talmente eccezionale questo evento, una mamma che difende il figlio in battaglia vegliandolo dal tetto che la tradizione e la memoria avranno voluto assimilarlo alla fortuità di un colpo di vento che colpisce indistintamente uno dei tanti personaggi della Storia che avranno colpito altrettanto indistintamente mille e mille uomini della storia. La fortuità del caso, l’imprevedibilità di ciò che senza ragione, la guerra.

E’ talmente casuale chi cade in una guerra da essere equiparabile all’indifferenza del vento, ad una foglia che vola, ad una tegola.

9788817090636 Plutarco, Pirro e Mario Vite Parallele testo greco a fronte, Bur Rizzoli

Grazie Plutarco per questa nuova riflessione.

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