Circa la Sea Watch 3

È esattamente così : ci siamo talmente abbrutiti e ahimè non so come sia stata possibile questa metamorfosi in appena un anno – da non riconoscere più neanche i segni evidenti della bellezza o forse, e peggio ancora, di vederli si, ma detestarli per invidia.

Mi spiego meglio: Carola Rackete, la comandante della nave Sea Watch 3, è bella non perché ha 30 anni o perché è castana o bionda o magra o grassa ecc… Carolaè una che ha semplicemente lo sguardo che abbiamo avuto tutti prima è bella perché è bello quello cha fa. E questo lo avvertono tutti anche quelli che lo negano.

La bellezza è un fatto evidente. E la bellezza evidente è quella che si percepisce immediatamente senza mediazioni del gusto.
Un tramonto sul mare è bello di per sé perché è naturale, poi ci riflettiamo e diciamo ‘No, io preferisco l’alba!’ e questo sarà gusto che nulla toglie alla prima percezione estetica.
Ancora più facile: un orso con il suo cucciolo orsacchiotto sono belli immediatamente perché nell’immagine c’è la naturalezza. Un fiore è l’ape, la nonna e il nipotino, il chiaro di luna ecc…

La Capitana è bella perché immediatamente avvertiamo che fa una cosa naturale. Aiutare l’altro è naturale. Aiutare l’altro è gratificante. Le azioni gratificanti ti fanno star bene e se fai qualcosa che ti fa star bene diventi immediatamente bello, indipendentemente, chiaramente dai tuoi chili, altezza e particolarità varie.

Siamo alienati in mondo di cose immateriali, siamo “allevati” in centri commerciali dai quali è impossibile guardare il cielo fuori e, per comprare cose in queste gabbie a temperatura costante e con la luce perennemente accesa, dobbiamo lavorare in uffici altrettanto artificiali dove, pur volendo, il tema del cambiamento climatico, non possiamo porcelo perché veramente non sappiamo per buone 8 – 10 ore che tempo faccia fuori e quale stagione sia visto che indossimo abiti completi di giacca camicia e pantaloni e tailleur per 4 stagioni.

In tutto questo mare artificiale che ci siamo inventati improvvisamente vediamo dal mare reale blu spuntare dei volti – ma sono scuri e prima di impietosirci, prima di conoscere le loro storie e ancora prima di ascoltare i loro nomi – cambiamo canale.

Poi, molto tempo dopo, arriva lei, questa volta è bianca, è una sirena – ok possiamo ascoltare – No!

Non è una sirena è semplicemente una ragazza che fa un lavoro all’aria aperta, anzi, all’acqua alta, è una che risolve problemi reali, è una che ha semplicemente lo sguardo che abbiamo avuto tutti prima di spegnere qualsiasi sogno. Allora quando ci accorgiamo della inevitabile somiglianza tra gli esseri umani che sognano, spegniamo la TV: troppo umana!

Possibile che tanta indivia ci avvicina di più a chi non siamo (le destre) e ci allontana così da chi siamo???
Noi siamo migliori di quello che pensiamo di essere.

Usciamo dal paradosso che odiamo chi è un povero cristo su una nave perché troppo povero e odiamo la giovane bella su una nave perché è troppo ricca!

Siamo semplicemente noi stessi, davvero, e la nostra natura saprà dirci da che parte stare se da chi chiude o chi apre.

È per concludere prendo in prestito i versi della poesia di Walt Whitman divenuti celeberrimi dal film l’Attimo Fuggente – esattamente sul tema di essere liberiO Capitana!!!! mia Capitana!!!

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