Ho conosciuto Margherita nella sua libreria, un piccolo e accogliente posticino nel centro di Formia, non la classica libreria anonima ma una libreria “Margherita”per l’appunto, costruita e organizzata secondo i gusti personalissimi della sua proprietaria. All’epoca, era l’inizio del 2014, girovagavo tra le librerie con il mio manoscritto sottobraccio. Si trattava di un racconto nato da un sogno fatto qualche anno prima in cui vedevo una tartaruga andare in bicicletta, contenta di aver superato il suo limite più grande, quello della lentezza. Era un sogno di fine analisi, in cui mi autorizzavo a diventare io stessa una psicoterapeuta, approcciandomi alle difficoltà dei pazienti avendo prima accolto le mie.
Margherita si interessò subito a quel racconto, lo lesse e mi diede un input importante. Intanto dovevo scegliere una direzione, che cos’era quel racconto, a chi era rivolto? E su quello potevo cominciare a lavorare. Scelsi i bambini, mi occupavo di loro in quel periodo e mi fu chiaro che quel testo era per loro. A quel punto, Margherita mi disse che se il mio pubblico era di piccoli lettori allora era necessario arricchire la mia storia con delle immagini. Fui lieta di farlo, in effetti non ci avevo pensato, ma improvvisamente mi sentii in grado di disegnare e dalla mia matita presero forma tutti i personaggi che fino ad allora erano solo nella mia testa. La simpatica Uga, la scimmia equilibrista, il riccio Spina, il saggio gufo Gu e tanti altri.
Era giunto il momento di ricercare un editore. Margherita ne contattò uno e poi insieme allargammo il nostro giro fino a quando l’editore EricksonLive si interessò al mio racconto. Pubblicai felice poiché sapevo che si trattava di editore specializzato in psicologia, pedagogia e didattica e quindi faceva proprio al caso mio.
Cosi prese forma “Uga la tartaruga. Il valore dell’amicizia e il rispetto della diversità” ( ed. EricksonLive, Trento, 2014). Neanche il giorno dopo, lo portai in libreria da Margherita, che subito riuscì a venderne una copia, la prima copia in assoluto.
Il momento più atteso da me fu poi la presentazione del racconto in libreria. Avevo già fatto degli incontri nelle scuole primarie, con una platea di insegnanti, a cui interessava soprattutto conoscere il possibile utilizzo del testo nelle classi. Erano presentazioni potremmo dire più tecniche. Io sognavo una presentazione emotiva.
Ci volle un po’ di tempo per organizzarla. C’erano state più nascite in quel periodo della mia vita, il libro certo, ma soprattutto mia figlia.
Il 6 dicembre del 2015 ci fu la presentazione. Un pubblico di amici e di frequentatori abituali delle libreria ad ascoltarmi, Margherita al mio fianco a condurre il dibattito che ne venne fuori, tra me e lei, tra me e il pubblico, creando un’atmosfera familiare e piacevole. Fu la prima volta che mi commossi parlando di come era nata la mia storia, ricordando un bambino affetto da autismo che seguivo a scuola e che tanto si avvicinava al personaggio del riccio con la zampa rotta. Mi fu sempre più chiaro che Uga ero io, e che nel momento in cui la regalavo ai mie lettori la lasciavo andare, le permettevo di essere libera e anche di trovarsi un posto nelle menti e nei cuori di qualcun altro, soprattutto nelle menti creative dei bambini, nella loro fantasia e nelle loro emozioni autentiche e spontanee.
Quando ho saputo che la libreria sarebbe stata chiusa, mi è dispiaciuto moltissimo. Era un po’ la seconda casa di Uga, ma poi sapendo che quella porta chiusa avrebbe aperto tanto altro nella vita di Margherita, mi sono rallegrata del coraggio di chi sa partire dopo aver già fatto un primo giro nel suo mondo.
Scritto da Raffaella Russo
PUOI ACQUISTARE: Uga la tartaruga di Raffaella Russo, 2014, edizioni EricksonLIVE
Autrice: dottoressa Raffaella Russo, psicoterapeuta della Società di Psicoanalisi Interpersonale e Gruppoanalisi
Ottimo articolo, grazie per i consigli 🙂