Recensione di Elena al libro QUELLO CHE L’ACQUA NASCONDE di Alessandro Perissinotto

Una ferita che non si rimargina continua a far male. Così è il dolore legato alla coscienza dell’esistenza dei manicomi e di ciò che vi venne particato ai degenti al loro interno. Anche molto tempo dopo la loro chiusura.
Nel suo ultimo romanzo “Quello che l’acqua nasconde” il torinese Alessandro Perissinotto consegna al lettore gli strumenti per una consapevolezza bruciante del passato e una nuova riflessione sul presente.
La realtà riportata a galla dal narratore della vicenda, il professore Aldo Abrate, è quella della sua giovinezza nella Torino degli anni 70, quando i primi scandali sulle condizioni disumane dei malati mentali negli ospedali psichiatrici facevano scalpore e la gioventù si ribellava con violenza e goffaggine alle ingiustizie e alle mancanze della società degli adulti. È vero che in applicazione della legge n. 180/1978 (conosciuta come legge Basaglia) i manicomi furono progressivamente chiusi, e che i giovani universitari anarchici sono oggi rimpiazzati da giovani in fuga dall’Italia verso altri paesi europei; ma tutt’oggi, come allora, ogni azione può essere causa di conseguenze irreparabili e ogni giudizio affrettato fonte di facili erronee equazioni.
Ecco che la storia che lega Aldo Abrate al suo amico d’infanzia Edoardo Rubessi incuriosisce e coinvolge, anche se si tratta di un passato che in tanti preferiscono aver dimenticato. Quel passato si apre al lettore come un mare vasto e misterioso, che onda dopo onda, con rivelazioni successive, impregna i capelli e i polmoni di salsedine, e rimane. Che cosa nascondono gli ‘occhi assassini’ di Edoardo Rubessi? Come è riuscito a diventare da ‘ragazzo difficile’, goffo e silenzioso a genetista da futuro Premio Nobel?
Il titolo del libro “Quello che l’acqua nasconde” annuncia già effluvi di gravità, mistero e confessione.

Nel romanzo, il luminare, rispettato e autorevole psichiatra del manicomio e lo studente universitario, insicuro e spietato assetato di giustizia, nascondono entrambi torbidi segreti dei quali sono vittime o non riescono a disfarsi. Meno male che il quarantenne Aldo Abrate intesse un “fil rouge” di romanticismo e leggerezza con il suo lasciarsi timidamente trascinare dall’elegante Susan Sacco, moglie dell’emerito genetista. E così ai torbidi non detti da scoprire si mescolano le torride pulsioni del professore single, in un vortice di serietà e ironia dal quale è malinconico risalire in superficie.
L’acqua nasconde, proteggendo da tutto il resto, confessa Edoardo ad un certo punto. Ma fino a quando?

La recensione è stata scritta da Maria Elena Giovannini

 

Copertina del libro, foto di Elena

3 pensieri su “Recensione di Elena al libro QUELLO CHE L’ACQUA NASCONDE di Alessandro Perissinotto

  1. Ciao ho letto questo libro con grande interesse e condivido questa recensione. Consiglio a tutti di leggerlo, soprattutto quelli che hanno ancora pregiudizi. Il mio voto è 5/5

  2. …. Consiglio anche dello stesso autore ‘Per vendetta’ libro di denuncia molto forte sul legame Italia e dittatura argentina…
    Edito da Rizzoli? Sicuramente ancora in commercio.

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